"Di quante preoccupazioni ci si libera quando si decide non di essere qualcosa bensì qualcuno".
Coco Chanel
In una sera settembrina la chiesa madre di Centuripe si impone maestosa e lungo il suo sagrato sfilano passi di donne che hanno deciso di tagliare il passato per ricucire il presente.
Sono donne vittime di violenza ospiti di Cooperativa Etnos, coinvolte nel progetto Equo Dress, che ancora una volta hanno camminato lungo una passerella di solidarietà per dire «No» alla violenza di genere.
Indossano maschere sul volto, maschere che celano un’identità prima violata, poi riconosciuta ed è proprio per questo che dopo la sfilata hanno deciso di gettarle via e rivelare se stesse, perché ogni donna ha diritto a essere chi desidera.
Sotto gli occhi di un pubblico innamorato una serie di abiti si sono susseguiti mostrando bellezza e capacità. Infatti, sono stati realizzati attraverso l’arte dell’upcycling: jeans dimessi diventano nuovi abiti.
Una forma d’amore che suggerisce rigenerazione e riscatto.
L’emozione che ha coinvolto tutti ha dato nuova speranza a un mondo malato, perché è con le emozioni, con i sentimenti che si riesce ad andare avanti, credendo che qualcosa possa cambiare anche se sembra non esserci verso.
Equo Dress, durante la serata ha dimostrato quanto la forza di volontà, l’impegno e l’amore possano fare tanto.